Viene citato quotidianamente nei quotidiani, alla televisione e nei siti che si occupano di finanza (ma non solo): è impossibile non aver mai sentito nominare l'S&P 500. Ma cos’è esattamente? E perché è così importante per il mercato azionario globale?
Partiamo dalle basi: l’S&P 500, acronimo di Standard & Poor's 500, è un indice ponderato in base alla capitalizzazione di mercato delle 500 principali società quotate in borsa negli Stati Uniti. Queste aziende costituiscono circa l'80 % del valore totale del mercato azionario statunitense. Non sorprende quindi che molti lo considerino l'indice di riferimento per eccellenza, non solo negli Stati Uniti ma anche a livello globale.
Attualmente, l’S&P 500 include 503 componenti perché tre società, come Google, hanno due classi di azioni quotate. Considerato uno dei migliori indicatori delle performance economiche degli Stati Uniti, l’S&P 500 è anche un barometro fondamentale per la finanza mondiale.
Ma non è solo: l’S&P 500 fa infatti parte di una famiglia di indici. Ad esempio, ci sono anche l'S&P MidCap 400, che include le società a media capitalizzazione, e l'S&P SmallCap 600, di cui fanno invece parte quelle più piccole. Insieme rappresentano oltre il 90 % di tutta la capitalizzazione degli Stati Uniti.
Per entrare a far parte dell’S&P 500, una società deve essere quotata in borsa alla Borsa di New York o al NASDAQ), avere sede negli Stati Uniti e dimostrare utili positivi negli ultimi quattro trimestri. Ma non è tutto: ci sono altri requisiti più tecnici da rispettare in termini di liquidità e soprattutto di capitalizzazione di mercato (o market cap).
La capitalizzazione delle 500 aziende incluse, ovvero il prezzo delle azioni moltiplicato per il numero di azioni sul mercato, tende a variare nel tempo e ammonta a svariati miliardi di dollari. Tra gli altri paletti fondamentali, ricordiamo inoltre che la quota di azioni in libera circolazione (il cosiddetto flottante pubblico) deve essere almeno del 50 %.
Tutto ha inizio nel 1923, quando le aziende Standard Statistics Company e Poor's Publishing decisero di lanciare un indice con 233 società (che tre anni dopo scesero a 90). La Standard Statistics Company si occupava di rating delle obbligazioni ipotecarie, mentre la Poor's Publishing offriva consulenza per gli investitori nel settore ferroviario. Qualche anno dopo, nel 1941, la fusione tra le due società portò alla nascita di Standard & Poor's. Successivamente, nel 1957, l’indice si allargò fino a includere 500 aziende.
C’è una buona ragione se l’S&P 500 è uno degli indici americani più quotati: si concentra sulle aziende di maggiore peso e la composizione è dettata dall’andamento del mercato. L’S&P 500 utilizza un metodo di ponderazione che si basa sull’assegnazione di una percentuale più elevata alle società con le maggiori capitalizzazioni di mercato. Questo perché, molto semplicemente, queste società hanno un impatto maggiore sul valore complessivo dell’indice.
Al momento le cinque aziende più importanti nell’S&P 500 rappresentano un quarto di tutto l’indice e sono:
Come intuibile da questo dato, l’indice è molto concentrato sul settore tech (per quasi il 30 %), seguito da quello finanziario e quello sanitario. Questo ci è utile per avere un’idea generale non solo della composizione economica degli Stati Uniti, ma dei trend dell’economia mondiale.
L’indice S&P 500 si basa su un sistema di calcolo ponderato che tiene conto del “peso” di ogni azienda, determinato dalla sua capitalizzazione di mercato. Questo sistema di ponderazione fornisce informazioni preziose agli investitori, poiché mostra l'incidenza relativa di ciascuna azienda sull'indice. Ad esempio, attualmente Apple ha il peso più alto nell'indice, pari a oltre il 7 %.
Le informazioni sulla capitalizzazione di mercato totale per l’S&P 500 e per le singole società si possono trovare facilmente sul sito S&P Global e su altri portali di informazione finanziaria, senza bisogno di calcolarle da soli. Grazie alla ponderazione puoi farti un’idea riguardo all’impatto dell’andamento di un titolo sull’indice. In generale, a parità di movimenti di prezzo, una società con una ponderazione dell'8 % tenderà ad avere un impatto maggiore rispetto a una società con una ponderazione del 4 %.
L'andamento dell'S&P 500 nel tempo è stato influenzato da numerosi eventi politici ed economici. Da quando è nato l'indice, quasi un secolo fa, ha subito diverse fluttuazioni. Negli anni Cinquanta, il boom economico ha generato risultati positivi sul mercato azionario. Negli anni Sessanta e Settanta, però, l'inflazione e le crisi energetiche hanno portato a un calo delle quotazioni. Questo declino è stato mitigato negli anni Novanta dalla grande ascesa del comparto tecnologico.
L'indice ha subito significativi cali in seguito a crisi economiche e bolle speculative. La bolla delle dot-com è scoppiata nel 2000, portando a un declino marcato. Successivamente, nel 2007, la crisi del settore immobiliare ha causato un altro significativo calo dell'indice. Nel 2020, la pandemia di COVID-19, uno shock esogeno, ha provocato un crollo rapido e drammatico dell'indice. Tuttavia, in ogni occasione, l'S&P 500 è riuscito a riprendersi, dimostrando la resilienza del mercato azionario statunitense.
È importante notare che, come qualsiasi altro indice, l'S&P 500 è soggetto a rischi imprevedibili e fluttuazioni di mercato. Tuttavia, la sua capacità di rimbalzo dopo periodi di crisi è una testimonianza della sua solidità a lungo termine.
Pur non essendo uno strumento per prevedere il futuro studiare il passato offre un'importante base per stabilire aspettative realistiche sui rischi e sulle possibili variazioni dei rendimenti.
In questo grafico, preso da un articolo del blog A Wealth of Common Sense, si vede come negli ultimi 30 anni, l'S&P 500 ha generato un rendimento medio annuo del 10 %. Per leggere il grafico, basta scegliere un anno di partenza, scendere lungo il numero di anni e il quadrato corrispondente mostrerà il rendimento annualizzato da quel punto di partenza. Ad esempio, partendo dal 1993, il rendimento annualizzato su 9 anni è stato del 14 %. Questo tipo di visualizzazione aiuta a capire come la variabilità dei rendimenti diminuisca all'aumentare dell'orizzonte temporale, evidenziando l'importanza di un approccio d'investimento a lungo termine.
La prima cosa da fare se stai pensando a un investimento su S&P 500 è comprendere qual è la tua attitudine. Come abbiamo visto, l’indice è composto da alcune tra le più importanti e solide aziende al mondo: se pensi di voler investire nell’economia globale, con un taglio orientato al mercato nordamericano, questa potrebbe essere la soluzione perfetta per te.
Inoltre, devi sapere che chi sceglie di investire nell’indice S&P 500 può farlo sostanzialmente in due modi. Il primo è decisamente più laborioso e costoso (anche in termini di commissioni), visto che consiste nell’acquistare direttamente delle azioni per ogni società che compone l’indice.
Il secondo modo sono gli ETF: fondi di investimento a gestione passiva che replicano fedelmente l'andamento di un indice come l’S&P 500, offrendo una diversificazione automatica e costi significativamente inferiori rispetto ai fondi tradizionali.
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